Coltivare Canapa? Tutto quello che devi sapere
È importante scegliere la varietà più adeguata rispetto agli obiettivi che si desidera raggiungere.
In Europa assistiamo ad un sempre maggiore investimento in colture di Cannabis. Aziende e agricoltori decidono di convertire ed investire con i propri campi nella ‘Green culture’.
Cosa devi sapere per avviare una coltivazione di Canapa in Italia?
Se decidete di lanciarvi nel business della cannabis innanzitutto è necessario sapere che è possibile coltivare solo sementi che siano incluse nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, Direttiva 2020/53 dell’Unione europea.
In Italia la coltivazione di Canapa è disciplinata dalla legge 242 del 2016, la quale contiene le Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale.
Qualsiasi agricoltore dovrà dunque attenersi alla coltivazione delle 64 varietà registrate a Bruxelles, non si possono utilizzare sementi autoprodotte da quelle certificate e acquistate nella stagione agricola precedente.
Allo stesso tempo è importante conservare i cartellini delle sementi acquistate così come le fatture di acquisto. Questa documentazione è molto importante, va esibita in caso di controlli sul campo da parte dei carabinieri.
In tal senso, prima di avviare la coltivazione, la Legge non stabilisce più l’obbligatorietà della comunicazione della coltivazione presso la locale stazione dei carabinieri, tuttavia in molti continuano a comunicare con le forze dell’ordine prima dell’avvio delle coltivazioni, per una maggiore tranquillità durante la stagione agricola.
Quale varietà coltivare?
E’ importante scegliere la varietà più adatta rispetto agli obiettivi che si intendono raggiungere. Se avete intenzione di coltivare cannabis per ottenere, ad esempio, fibra opterete per una varietà che non sarà la medesima di chi invece intende coltivare per entrare, ad esempio, nel mercato del food, o in quello della cannabis da estrazione rispetto alla bioedilizia.
Se non avete idea di quale coltivazione avviare, vi consigliamo di interfacciarvi con le organizzazioni agricole presenti sul territorio, che possono supportarvi al meglio sui primi passi da compiere. Confrontarsi, ad esempio, con agricoltori che già hanno avuto esperienze nel mondo della Canapa, vi aiuterà ad avere le idee chiare su come operare.
La scelta del terreno
Il terreno è un elemento fondamentale per la buona riuscita del raccolto. Non è solo il luogo in cui le piante crescono ma è un elemento attivo della stagione, dove si trascorre gran parte del tempo.
E’ importante conoscere la storia di quel terreno, come è stato lavorato negli anni passati e se possiede certificati, come quello ‘biologico’.
Solitamente dal mese di Novembre si comincia a preparare il campo su cui si intende lavorare la stagione successiva.
Aratura e fresatura sono attività comuni a tutti gli agricoltori per preparare il letto della semina nel migliore dei modi.
Semina
La semina invece avviene alla fine di Aprile, però i cambiamenti climatici che negli ultimi anni hanno spostato la stagione invernale, in alcuni casi fino ad Aprile inoltrato, ha fatto sì che molti agricoltori abbiano posticipato la semina.
E’ altrettanto importante analizzare il terreno prima della lavorazione, per assicurarsi che sia libero di pesticidi e metalli pesanti. Un aspetto questo che approfondiremo nei prossimi articoli. Valutare se nei pressi del terreno c’è un corso d’acqua e in caso contrario capire come portarla.
All’inizio del nostro articolo abbiamo premesso che la scelta della varietà che andremo a coltivare cambierà a seconda del nostro progetto agricolo.
In egual misura il campo sarà preparato sulla base dell’obiettivo finale, se intendiamo coltivare Canapa per destinarla all’industria del tessile sarà molto diverso rispetto a coltivare Canapa destinata al mercato dell’alimentare.
Imprevisti, cosa può succedere durante la stagione estiva?
Se in un controllo la presenza del THC dovesse salire oltre lo 0.2%, l’autorità giudiziaria potrebbe, previe analisi, disporre il sequestro o la distruzione del campo senza alcuna responsabilità nei confronti dell’agricoltore.
In Italia la materia presenta dei buchi legislativi, la Cassazione si è espressa lo scorso febbraio su un caso affermando che l’’effetto drogante’ scatta allo 0.4%.
Le analisi vengono eseguite a seguito di campioni prelevati in campo alla presenza dell’agricoltore, a cui vengono rilasciati i medesimi campioni per le controanalisi del caso.
Trattamento delle piante
Le piante di Canapa non hanno bisogno di particolari trattamenti; negli ultimi anni però è possibile trovare sul mercato prodotti di qualità che possono supportare il nostro campo nel caso si presentino criticità. Un argomento che approfondiremo nei prossimi articoli del nostro Blog.
Attualità
In Italia La commissione Agricoltura della Camera dei deputati, lo scorso novembre, ha approvato una risoluzione unitaria relativa alle problematiche connesse all’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa, rispetto al quale si sono presentate, come abbiamo già accennato, diverse incertezze giuridiche.
La risoluzione evidenzia come la coltivazione di canapa, dopo decenni di abbandono, abbia registrato una crescita esponenziale in Italia: negli ultimi tre anni la superficie coltivata è passata da 950 a 3mila ettari.
La risoluzione adottata dalla commissione Agricoltura di Montecitorio chiede che si chiariscano gli aspetti relativi alla ‘biomassa essiccata, trinciata o pellettizzata composta dall’intera pianta di canapa o di sue parti’, la definizione dei livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti, così come previsto dalla legge 242/2016.
Si chiede di predisporre specifici codici doganali per ogni macro categoria di prodotto derivante dalla canapa; di valutare la possibilità di sostenere in ambito comunitario la proposta di innalzamento del limite del contenuto di THC nelle coltivazioni di canapa dallo 0,2% allo 0,3%, “anche al fine di permettere la lavorazione di un numero molto di più significativo di varietà”.
Infine si chiede di procedere con urgenza alla emanazione del decreto ministeriale di attuazione del decreto legislativo (n. 75 del 2018) relativamente all’elenco delle piante officinali.